| Qui posteremo le notizie di omicidi o eventi che hanno protagonisti uomini, i fatti dovranno essere molto particolari e tratti dalla cronaca, tanto da considerarli peggiori dei nostri peggiori incubi...
-Uccidono la 16enne Karina Barduchian, la cucinano con patate e la servono alla coinquilina
UCCISA, CUCINATA E SERVITA CON PATATE - Quello che sembra il remake made in Russia de 'Il Silenzio degli Innocenti', è in realtà un fatto di cronaca di cui ha dato notizia (in Occidente) il Daily Mail, giornale inglese non nuovo a queste crudezze. Continua a leggere questa notizia Articoli correlati
Secondo quanto si legge nel giornale, l'allucinante omicidio di una 16enne, Karina Barduchian, maturato dopo una notte di eccessi a base di alcool e musica goth metal da parte di due amici poco più grandi di lei (ventenni) Maxim Golovatskikh e Yury Mozhnov.
La notte di gennaio quando si consumò il delitto, la stessa coinquilina di Karina Barduchian (guarda la foto della vittima), Ekaterina Zinovyeva, avrebbe dichiarato alla corte di San Pietroburgo (prima che il processo si interrompesse per il malore di uno dei giurati alla vista delle fotografie del delitto) di aver sentito dei rumori provenire dalla stanza da bagno, ma avrebbe pensato ad uno scherzo degli amici.
Ekaterina era tranquilla anche perchè pare che Karina fosse addirittura innamorata di uno dei due assassini, Maxim Golovatskikh, e per continuare a vederlo aveva anche più volte litigato con la madre.
Agli inquirenti i due assassini hanno confessato subito l'omicidio e all'atto di cannibalismo avrebbero dato una spiegazione folle "avevamo tremendamente fame". E con questa giustificazione hanno ucciso, tagliato a pezzi, cucinato e servito con patate il giorno dopo i resti della ragazza.
-Strappa il cuore dell'amico mentre è ancora vivo: dovevo mettere a tacere il diavolo
“L’ho ucciso io”. Sono le parole di Jarrod Wyatt, 26 anni, quando il procuratore generale Mike Riese lo trova nei pressi del corpo senza vita di Taylor Powell, 21 anni. La notizia riportata dal quotidiano online californiano "Contra Costa Times" parla di una scena degna di un film horror, come lo stesso funzionario racconterà. Sangue ovunque, nell’ingresso e sui muri. Dal salotto si sente una voce che borbotta e si vede un piede spuntare dal divano. Dentro, un ragazzo in evidente stato di confusione, seminudo e con il corpo ricoperto di sangue. Sul divano un cadavere fatto a pezzi. E’ quello di Taylor Powell. Sul petto di Powell c’è una profonda incisione: gli è stato strappato il cuore. Dagli esami medici si verrà a sapere che era ancora vivo quando il suo cuore gli veniva estratto con un coltello. Parte del viso rimossa allo stesso modo, compreso un bulbo oculare. Nella stanza accanto viene trovata con le mani legate l’ex fidanzata di Wyatt. L’uomo, in evidente stato di confusione, chiede al procuratore se sia Dio, venuto a salvarlo. L’incredibile episodio è successo lo scorso 21 marzo a Klamath, negli Stati Uniti. Wyatt e Powell sono due combattenti di “cage fighting”, uno sport in cui si combatte una sorta di pugilato a mani nude e in cui si usano anche le gambe, ispirato alle arti marziali giapponesi. La sera del 21 marzo i due si trovano assieme a un altro amico, Justin Davis, e all’ex fidanzata di Wyatt, Billy Jo-Bailey. Dopo aver trascorso qualche tempo al bar si recano nell'abitazione di Wyatt. A un certo punto nel corso della serata gli amici decidono di preparare un té a base di funghi allucinogeni. Una volta consumata la bevanda, Davis si accorge che Jarrod Wyatt sta reagendo in modo inquietante alle droghe ingerite. Parla di una gigantesca onda che sta per abbattersi e spazzare la California. Decide di allontanarsi dall’abitazione, spaventato. Torna più tardi, nelle prime ore del mattino, per riprendersi il cane che aveva lasciato nell’appartamento. Entrato, sente che qualcuno sta litigando, sente urla che dicono “ti devo staccare quel tatuaggio”. Fugge di nuovo e chiama la polizia. Interrogato dalla polizia immediatamente dopo l’arresto, Wyatt dirà che i due avevano avuto un alterco e che Powell lo aveva colpito alla testa.
Poi dirà di essersi convinto che il diavolo fosse entrato nel corpo dell’amico e che doveva ucciderlo per poter fermare il demonio prima che si impadronisse anche di lui. Dopo avergli strappato il cuore e altri organi, come un occhio e la lingua, e averli bruciati sul fuoco della cucina perché convinto che il diavolo fosse nella carne dell’amico, Wyatt lo lascia morire dissanguato. Anche la ragazza racconta che Powell e Wyatt avevano cominciato a litigare e a picchiarsi. I suoi ricordi sono confusi, ma dice di essersi nascosta nella camera da letto e quindi aver visto Powell entrare e aver avuto paura Probabilmente è allora che Wyatt decide di uccidere il suo amico.
La tesi della difesa di Jarrod Wyatt è alquanto bizzarra: “Il mio cliente ha cercato di zittire il diavolo” dice l’avvocato James Fallman che si occupa del caso. La tesi dell’accusa è invece omicidio intenzionale e tortura. Secondo l’accusa, il modo in cui Wyatt si è accanito contro l’amico è la prova che non era soltanto intossicato dai funghi allucinogeni, ma che abbia compiuto il massacro con malvagia intenzionalità.
-Verona,uccide padre e lo fa a pezzi Giovane getta corpo nella spazzatura
Uccide il padre, lo taglia in cinque pezzi con una sega e ne getta il cadavere in un bidone della spazzatura. Il raccapricciante delitto è avvenuto in un quartiere di Verona; l'omicida, dopo alcune ore passate in Questura, ha confessato. In carcere è finito Piergiorgio Zorzi, 20 anni, accusato dell'omicidio del padre, Giorgio, 66 anni. Sono stati i condomini a chiamare la polizia per il cattivo odore che proveniva da uno dei bidoni. Giorgio Zorzi (ansa)
Sul posto sono intervenute le volanti, il dirigente della squadra mobile scaligera Giampaolo Trevisi e il suo vice Massimo Scannicchio che hanno portato il giovane in Questura dove, sottoposto ad un interrogatorio durato diverse ore, ha infine confessato davanti al pm scaligero Elvira Vitulli. Il figlio ha usato una sega per tagliare gambe e braccia staccandole dal corpo, perché il corpo intero non stava nel bidone dei rifiuti organici, nel garage di casa.
Una lite per il volume della tv scatena il delitto Sembra che sia stato il volume troppo alto della tv durante la partita Inter-Bayern il motivo che avrebbe fatto scatenare la sera del 22 maggio la lite, l'ennesima, tra Giorgio Zorzi e il figlio Piergiorgio e ad armare la mano di quest'ultimo contro il padre. L'uomo si sarebbe lamentato del volume troppo alto mentre Piergiorgio seguiva l'incontro di calcio per la finale di Champions League.
La ricostruzione della tragedia, avvenuta in un appartamento del condominio del quartiere San Massimo a Verona, è stata fatta dal capo della squadra mobile della Questura di Verona, Giampaolo Trevisi, secondo le ammissioni dello stesso parricida, a lungo interrogato in Questura.
La madre era lontana da casa Il terribile delitto è stato attuato dal giovane mentre la madre era lontano da casa. Alla donna, che al telefono gli chiedeva dove fosse suo marito, il figlio rispondeva che era fuori, al bar, con degli amici. Insomma, trovava sempre una risposta pronta per non farla parlare con l'uomo.
A lei era impossibile chiamare il marito al telefonino perché l'uomo aveva rotto l'apparecchio da una ventina di giorni e non lo aveva ancora sostituito. Agli investigatori la donna avrebbe riferito che le era sembrato strano che il marito non rispondesse mai al telefono di casa.
La raccapricciante scoperta dei vicini E' stata dunque la puzza terribile che proveniva dal garage a insospettire i vicini di casa della famiglia Zorzi spingendoli a chiamare la polizia. I vicini si erano insospettiti anche perché da qualche giorno quella casa, dove le liti erano all'ordine del giorno, era stranamente silenziosa. C'è voluto ben poco perché gli uomini delle forze dell'ordine si accorgerssero che nel bidone del rifiuto umido, da cui alcuni vicini esasperati dall'odoraccio avevano intanto estratto dei resti non identificabili come umani, c'erano parti di un cadavere.
Il cadavere nel bidone In tutto la scientifica ha scoperto cinque pezzi di cadavere: in parte con ancora addosso degli indumenti. Verificato, anche sulla base della confessione di Piergiorgio Zorzi, che si trattava del corpo smembrato del padre, l'attenzione degli inquirenti si è rivolta a ricostruire l'ambiente familiare in cui la tragedia è maturata, a scoprire il motivo che ha spinto un giovane di 21 anni a compiere, impugnando una sega, lo smembramento del corpo del padre dopo averlo ucciso.
Secondo i vicini del palazzone della zona di San Massimo, periferia veronese, le liti erano normale routine in quella casa dove il padre non riusciva a rassegnarsi al fatto che il figlio avesse problemi di dipendenze, per cui era stato in comunità, e che fosse senza una occupazione fissa. A peggiorare la situazione di disagio familiare la grave malattia di cui soffriva la madre del giovane, Angela Zorzi, affetta da sclerosi multipla. Un delitto quindi maturato in un ambito di degrado in un periodo in cui padre e figlio erano rimasti soli in casa: la moglie era andata a far visita alla madre.
|